Lo Studio Legale Raffaglio si occupa abitualmente di vertenze in materia di risarcimento del danno.

Vi sono due tipologie di risarcimento del danno a seconda che derivi da responsabilità contrattuale o da una responsabilità extracontrattuale.

Responsabilità contrattuale

Si ha una responsabilità contrattuale quando una delle parti non adempie, o adempie in modo non corretto, a un contratto. La parte che si sarà attenuta alle condizioni contrattuali non solo potrà chiedere l’adempimento alla controparte ma anche il risarcimento del danno.
Il codice civile (art.1218) dice:
“il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno se non prova che l’inadempimento o il suo ritardo sia stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile“.
In questo caso, è il creditore che deve provare l’inadempimento e l’entità del danno, mentre al debitore spetta dimostrare di non aver potuto onorare il contratto per cause a lui non imputabili.

Responsabilità extracontrattuale

La responsabilità extracontrattuale si ha quando un soggetto procura ad altri un danno e prescinde dall’esistenza di un contratto.
La responsabilità extracontrattuale è una categoria giuridica molto ampia. Ad esempio, sono responsabilità extracontrattuali quella dei genitori per danni causati dai loro figli minorenni, del proprietario di animali quando questi feriscono altre persone, del proprietario di un appartamento per il danno creato ad un altro all’interno di un condominio, del proprietario di un edificio il cui crollo abbia provocato danni a terzi, il danno da cose in custodia, il danno da responsabilità medica o subito a seguito di un sinistro stradale.
La responsabilità extracontrattuale è regolata dall’art.2043 del codice civile, in base al quale “qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga chi ha commesso il fatto a risarcire il danno”.

L’onere della prova

In caso di responsabilità extracontrattuale è la persona che agisce per ottenere il risarcimento a dover dimostrare non solo la fondatezza della pretesa ma anche la riconducibilità del danno al comportamento della controparte e deve quindi dimostrare che vi sia un nesso causale.

La prescrizione

Il diritto al risarcimento del danno si prescrive in cinque anni e “decorre dal momento in cui il danno si manifesta all’esterno divenendo oggettivamente percepibile e conoscibile” (Cass. n. 12666/2003; Cass. n. 5913/2000).

Risarcimento "danno da vacanza"

Il danno da “vacanza rovinata” è quello subito dal turista che non abbia potuto godere pienamente del viaggio organizzato per la mancata o errata realizzazione in tutto o in parte del programma previsto.
Il tema della vacanza rovinata è riconducibile all’inadempimento del contratto turistico e si tratta quindi di inadempimento contrattuale.
La normativa che regola in modo specifico il danno da vacanza rovinata è in vigore dal 1° luglio 2018. Sono state introdotte regole più chiare a tutela dei consumatori e si attribuiscono all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) nuovi poteri di accertamento delle violazioni e potere di sanzioni (direttiva Ue 2015/2302, attraverso il Dlgs n. 62 del 21 maggio 2018).
La principale novità è rappresentata dall’applicazione delle disposizioni alle compagnie aeree, alle imprese di trasporto passeggeri e alle piattaforme online che vendono servizi turistici.
Cosa s’intende per:
servizio turistico: “il trasporto di passeggeri, l’alloggio, il noleggio di auto e di altri veicoli a motore e qualunque altro servizio turistico”;
pacchetto turistico: “la combinazione di almeno due tipi diversi di servizi turistici ai fini dello stesso viaggio o della stessa vacanza” qualora siano organizzati da un unico professionista, oppure siano acquistati presso un unico punto vendita (anche online), offerti, venduti o fatturati ad un prezzo globale;
servizio turistico collegato: si tratta di servizi fatturati separatamente da due professionisti ma proposti nell’ambito di un unico contratto.
In altre parole, se una compagnia aerea in occasione della vendita del biglietto aereo promuove e vende anche il servizio di alloggio e/o il noleggio auto, l’operazione commerciale sarà automaticamente qualificata come “pacchetto turistico” o “servizio collegato”. Questo si traduce in una maggiore tutela per il consumatore-viaggiatore.
L’art. 47 del Codice del Turismo prevede che il turista possa chiedere un risarcimento del danno. Si tratta di una tipologia di danno che contempla non solo la perdita patrimoniale (costi sostenuti), ma anche quella non patrimoniale, cioè la perdita di un’occasione di relax a causa della vacanza non riuscita.
Onere della prova
Il turista dovrà dimostrare la violazione del contratto di viaggio illustrando i problemi verificatisi con foto, filmati e testimonianze. Il tour operator, a sua volta, dovrà difendersi provando l’avvenuto adempimento del contratto.
Come ottenere il risarcimento
Quando il problema nasce in vacanza, bisogna presentare tempestivamente un reclamo al tour operator (mail o fax). In caso di mancata risposta e non oltre dieci giorni dal rientro, si deve presentare un reclamo a mezzo raccomandata a/r o PEC. Si deve indicare “l’inadempimento e le difformità del servizio rispetto a quello promesso o pubblicizzato” e chiedere un indennizzo.
Il turista può far valere le sue ragioni entro tre anni dalla data del rientro per i danni alla persona, ed entro un anno per i danni diversi da quelli alla persona.
Com’è quantificato il danno
La quantificazione del danno avviene secondo la discrezionalità del Giudice. Sotto la soglia minima di disagio e danno, non è previsto alcun risarcimento, pertanto, spetta al Giudice individuare ogni volta il superamento o meno di tale soglia, costituita dalla finalità turistica.
Risarcimento danni da infortunio sul lavoro
L’infortunio sul lavoro è definito dalla legge come l’evento, verificatosi durante il lavoro e per causa violenta, dal quale deriva una lesione o una malattia che rende necessaria l’astensione dal lavoro per più di tre giorni.
 Perché si possa parlare di infortunio sono quindi necessari:
- evento traumatico dal quale deriva una lesione alla salute del lavoratore o la sua morte;
- collegamento tra questo evento e lo svolgimento dell’attività lavorativa;
- durata dell’inabilità al lavoro di più di tre giorni;
- causa violenta
La legge comprende all’interno della categoria dell’infortunio sul lavoro anche quello che accade nel tragitto tra l’abitazione del lavoratore e il luogo di lavoro (infortunio in itinere).
L’infortunio sul lavoro e la differenza con la malattia professionale
L’infortunio sul lavoro deve essere distinto dalla malattia professionale: per entrambi i casi il lavoratore, in occasione dello svolgimento del lavoro, contrae una malattia, ma nell’infortunio la causa della malattia è una causa violenta.
 Nella malattia professionale la lesione della salute avviene per una causa lenta, un fattore di rischio al quale il lavoratore resta esposto per un lungo periodo di tempo.
L’infortunio in itinere
L’infortunio in itinere è l’infortunio che il lavoratore subisce nel tragitto che deve necessariamente percorrere per recarsi sul luogo di lavoro.
Per poter essere indennizzato, l’infortunio deve avvenire all’interno del normale percorso (di andata e di ritorno) effettuato per recarsi sul lavoro. Per questo motivo se il lavoratore effettua delle interruzioni del tragitto o delle deviazioni che non sono necessarie l’assicurazione obbligatoria non coprirà l’evento lesivo.
Si considerano necessarie le interruzioni e le deviazioni quando sono dovute a cause di forza maggiore, a esigenze essenziali e improrogabili o all’adempimento di obblighi penalmente rilevanti, cioè obblighi la cui mancata osservanza costituisce reato.
Sanzioni penali
L’infortunio sul lavoro può essere sanzionato dalla legge attraverso i reati di lesioni colpose e di omicidio colposo.
In entrambi i casi la colpa del datore di lavoro (o degli addetti alla sicurezza sul luogo di lavoro) consiste nella mancata osservanza delle regole che impongono l’adozione di efficaci misure di sicurezza per la tutela della salute sul luogo di lavoro.
 Nel caso di omicidio colposo, l’azione penale è esercitata d’ufficio dal Procuratore della Repubblica non appena viene informato del fatto.
 Le lesioni colpose per essere perseguite necessitano di una denuncia (querela) da parte dell’infortunato. Se però la prognosi di guarigione e’ di durata superiore ai quaranta giorni, il Procuratore della Repubblica, informato dall’INAIL, è tenuto ad esercitare l’azione penale d’ufficio.
Risarcimento del danno senza far causa in tribunale

Tutti pensano che in caso di danno, il risarcimento arrivi solo dopo una sentenza, ma non è così. Il risarcimento danni si può ottenere anche in via stragiudiziale, cioè senza fare causa.
È fondamentale farsi affiancare da un avvocato specializzato in risarcimento danni per ottenere il giusto risarcimento in tempi ragionevoli.
L’Avv. Paola Raffaglio, da sempre al fianco di persone che hanno subito gravi danni:
ha competenza tecnica, esperienza e professionalità nella gestione di ogni tipo di sinistro;
si avvale di professionisti nel settore medico-legale per ottenere il miglior supporto alle richieste risarcitorie formulate;
ha un’esperienza ventennale nella gestione di sinistri di tutte le tipologie. Può vantare di aver definito in via stragiudiziale, cioè senza andare in causa, la maggior parte dei sinistri trattati, ottenendo per i propri clienti ládeguato risarcimento in tempi ragionevoli.
Sempre in via stragiudiziale, lo Studio Legale Raffaglio ha ottenuto il risarcimento dei danni patrimoniali per la perdita della capacità lavorativa specifica, e cioè per tutti gli infortunati che si trovano a non poter più svolgere la propria attività lavorativa o imprenditoriale.
Risarcimento del danno agli oggetti d'affezione

Ricordi di famiglia, oggetti privi di particolare valore, una lettera lasciata da un caro estinto o, persino una ciocca di capelli rientrano nell’elenco delle cose che possono assumere per la persona un valore che va al di là di quello meramente economico. Il concetto del “valore di affezione” ha acquisito nel tempo anche un valore autonomo in campo giuridico.
In particolare, a venire in rilievo è il valore non patrimoniale degli oggetti in conseguenza degli effetti destabilizzanti provocati dalla perdita di questi nell’individuo.
Una delle prime sentenze riguardante questo tipo di danno è quella che ha stabilito un risarcimento per la videoregistrazione della cerimonia nuziale malriuscita, quale “danno ricollegato alla sfera psico-affettiva-emotiva” degli sposi.
In tempi più recenti, il Tribunale di Venezia ha risarcito uno scultore che aveva subito, durante il trasporto, il furto di alcune sue sculture, quale danno non solo patrimoniale commisurato al valore delle opere, ma anche dovuto all’impossibilità di documentare una parte del suo percorso artistico, di cui le opere erano testimonianza, incidendo, pertanto, “sulla più intima sfera personale e finendo per distruggere un tratto della sua esistenza”.
Risarcimento del danno da sinistro stradale
Risarcimento diretto
La legge sul risarcimento diretto del danno da sinistro stradale prevede che sia la nostra Compagnia Assicuratrice a risarcire il danno da noi subito.
Molti pensano che non sia necessario rivolgersi a un Avvocato per ottenere il risarcimento del danno da sinistro stradale, ma ciò è sbagliato, perchè il Legale potrà verificare se quanto ci offre la nostra Compagnia Assicurativa a titolo di risarcimento sia adeguato o meno.
La compagnia di assicurazione, a seguito della tempestiva denuncia e presentazione della richiesta di risarcimento, è tenuta a fare un’offerta di liquidazione dei danni e risarcire entro quindici giorni il danneggiato, qualora questi abbia accettato l’offerta o non abbia risposto.
In caso l’assicurazione neghi il risarcimento, non faccia offerta, o non vi sia accordo su questa, il danneggiato può proporre l’azione giudiziale dopo che siano decorsi sessanta giorni (novanta in caso di danno alla persona).
Questa procedura, detta “di risarcimento diretto”, non si applica ai sinistri che coinvolgono più di due veicoli (come i “tamponamenti a catena”), né ai sinistri che coinvolgono veicoli immatricolati all’estero, né in caso di risarcimento del danno subito dal terzo trasportato (il quale deve chiedere il risarcimento all’assicurazione del veicolo su cui si trovava).
Risarcimento “vecchia modalità”
Nell’ipotesi in cui la richiesta di risarcimento sia rivolta all’assicurazione del veicolo responsabile del sinistro, i tempi si allungano:
- per i sinistri con soli danni a cose, sessanta giorni dalla ricezione della documentazione relativa al sinistro (ridotti a trenta giorni quando il modulo di denuncia sia stato sottoscritto da tutti i conducenti coinvolti nel sinistro);
- per i sinistri che abbiano causato al danneggiato lesioni personali o il decesso, novanta giorni dalla ricezione della documentazione.
I tempi di liquidazione della somma offerta sono gli stessi previsti per la procedura di risarcimento diretto.
Cosa è risarcito
La compagnia assicurativa risarcisce tre diversi tipi di danno:
- patrimoniale o economico: comprende tutte le spese sostenute a causa dell’incidente. In questa categoria è compreso anche il mancato guadagno causato dalla cessazione dell’attività lavorativa;
- biologico permanente: ogni lesione provocata dall’incidente è quantificata e risarcita, utilizzando le tabelle apposite
- invalidità temporanea: la compagnia assicurativa risarcisce la persona per ogni giorno in cui – a causa dell’incidente – non si è potuta muovere come avrebbe voluto.
  L’invalidità temporanea può essere assoluta (persona immobilizzata) o parziale. Quest’ultima è riconosciuta nella percentuale del 75%, 50% o 25%.
A chi spetta il calcolo del risarcimento
L’assicurazione si rivolge a un perito di fiducia per quantificare il danno. Solitamente per il risarcimento del danno provocato all’auto sono prese in considerazione le fatture emesse per la riparazione del danno, o anche il preventivo fatto dal carrozziere. Non è detto però che l’importo del risarcimento sia pari alle vostre aspettative, visto che le compagnie assicurative “giocano al ribasso”. Proprio per questo motivo è meglio chiedere il supporto legale di un avvocato.
Anche per i danni provocati alla persona, l’assicurazione incarica un proprio Medico Legale. Il danneggiato dovrà presentare il certificato del pronto soccorso, più tutti i certificati rilasciati al termine delle altre visite mediche sostenute a causa del sinistro e le ricevute e fatture per le spese sostenute.
Novità in materia di risarcimento del danno in caso di incidenti stradali
Dal 2017 la normativa ha subito notevoli cambiamenti.
Il danno biologico spetta solo dopo esami clinici strumentali obiettivi. E’ prevista una tabella unica nazionale sia per le macrolesioni che per le microlesioni, che sarà aggiornata ogni anno dall’ISTAT e che determina il valore economico di ogni singolo punto, considerando i coefficienti di variazione determinati dall’età del danneggiato. Il giudice ha comunque la possibilità di aumentare il risarcimento del 30% per le macrolesioni e del 20% per le microlesioni.
Testimoni: il danneggiato deve indicare immediatamente i soggetti che hanno assistito all’incidente, altrimenti non può chiamarli a testimoniare in un eventuale processo. Se il danneggiato non indica subito i testimoni, l’assicurazione glielo ricorderà con una raccomandata che sarà inviata entro 60 giorni dalla denuncia del sinistro. L’assicurato ha a sua volta altri 60 giorni per dare risposta.
Ci sono però tre eccezioni a questa regola:
1. se l’identificazione di un testimone è oggettivamente impossibile nell’immediato;
2. se il testimone è già stato identificato dalla polizia;
3. se l’incidente ha causato anche danni alle persone.
Scatola nera: ora le rilevazioni fatte dalla scatola nera dell’auto assumono pieno valore di prova, al pari dei verbali della polizia.

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