Custodia animali domestici in caso di separazione: cosa dice la legge
In caso di separazione o di divorzio, si pone una questione di difficile risoluzione: quella relativa alla custodia degli animali domestici. Il cane, il gatto o, in generale, l’animaletto di casa, è infatti parte integrante della famiglia. Inevitabilmente, con il venir meno della coesione familiare, diventa necessario stabilire con quale delle due parti in causa andrà a vivere l’animale e, al contempo, chi e in che misura dovrà provvedere al suo mantenimento.
La legge sull’affido degli animali domestici in caso di separazione
La vera difficoltà legata alla questione dell’affido degli animali domestici in caso di separazione sta nel fatto che non esiste alcuna legge in merito. Per tale ragione, sussistono ad oggi solo degli orientamenti che, in quanto tali,possono essere seguiti o meno dal Giudice chiamato a decidere.
Secondo un primo orientamento, il giudice non dovrebbe prendere alcuna posizione sulla questione, anche laddove fossero le due parti in causa a richiederlo: in questo caso, le parti sono invitate a trovare un accordo.
Un secondo orientamento ritiene che il giudice sia chiamato a esprimersi solo nel caso in cui debba decidere anche sull’affido dei figli: secondo tale interpretazione, la scelta del soggetto a cui affidare l’animale deve essere presa considerando il bene dei figli e l’affetto che li lega all’animale. Questa visione, dunque, invita i giudici a prendere una decisione che consenta agli animali di famiglia di restare accanto ai minori.
Secondo una terza interpretazione della questione, il giudice dovrebbe pronunciarsi sull’affido dell’animale domestico anche in assenza di figli minori. Quest’ultima risoluzione pone di fatto la condizione dell’animale sullo stesso piano di quella dei figli e va nella direzione di una maggior tutela sia del cane, del gatto, ecc. e sia delle due parti in causa.
Ovviamente in caso di separazione consensuale non vi è alcun problema perché le parti possono chiedere al Giudice di recepire l’accordo già preso sul punto.
L’animale domestico e il patrimonio degli ex coniugi
Se si interpreta la legge, o meglio l’assenza di leggi, la questione della custodia degli animali domestici dovrebbe essere affrontata trattando il cucciolo come se fosse parte del patrimonio materiale della coppia. È evidente, però, che gli animali non possono essere trattati al pari di un oggetto, in quanto si tratta di essere viventi, che presentano bisogni e provano emozioni. In questo senso la via migliore è quella di raggiungere un accordo.
La casistica sulla custodia degli animali in caso di separazione
Data la lacunosità legislativa, è utile dunque attingere dalla casistica sulla questione, prendendo in considerazione le sentenze più significative in merito.
A tal proposito, prendiamo a riferimento una sentenza del Tribunale di Foggia, che ha stabilito l’affido esclusivo del cane a una delle due parti, concedendo però all’altra il diritto di visita in giorni e orari prestabiliti. Un’altra sentenza, pronunciata dal Tribunale di Cremona, ha invece stabilito l’affido congiunto dell’animale, stabilendo una ripartizione al 50% delle spese di mantenimento, stesso provvedimento adottato dal Tribunale di Roma. In tutti e tre i casi, di fatto, il giudice ha adottato, per pronunciarsi sulla custodia dell’animale domestico, le stesse modalità previste per l’affidamento dei figli.
Le indicazioni della giurisprudenza odierna
Sebbene, come ampiamente ricordato, non esistano leggi in merito all’affido degli animali domestici, l’attuale giurisprudenza fornisce alcune indicazioni: è possibile gestire la questione al di fuori dell’accordo di separazione tra i coniugi, stipulando una scrittura privata, di fatto valida come un normale contratto, oppure è possibile regolamentare la custodia degli animali all’interno dell’accordo di separazione: in quest’ultimo caso, le parti sono chiamate a chiarire, in accordo, le condizioni relative all’affido, formalizzando i termini della custodia ed i costi di mantenimento dell’animale.
Suddetto accordo può anche prevedere il pagamento di un mantenimento mensile di un importo stabilito in intesa fra le parti, oppure delle eventuali spese veterinarie, ma solo qualora si pervenga a una soluzione condivisa da entrambe: in caso contrario, non esistono ad oggi strumenti di legge che possano obbligare la parte che non possiede di fatto l’animale a partecipare al suo mantenimento e/o alla sua cura.
Per ricevere assistenza legale relativa a una separazione, potete compilare il form in questa pagine ed esporre il vostro caso.